giovedì 17 maggio 2012

Dignità animale o solo umana?

Ho visto un servizio a Striscia la notizia (che spero si apra nel link sotto riportato) in cui si chiede al dott. Veronesi se sia possibile evitare la sperimentazione su animali. Come appunto affermato nel video è possibile effettuare ricerche scientifiche senza fare ricorso alla vivisezione e mi ha colpito, oltre al dato impressionante di animali su cui si pratica la vivisezione ogni anno (dai 300 ai 400 milioni), l'esigenza di un COMITATO ETICO che si faccia portavoce della DIGNITA' degli ANIMALI.
Il problema è che forse questa dignità non è ancora riconosciuta al pari di quella umana. Aristotele affermava "Le piante sono fatte per gli animali e gli animali per l'uomo, quelli domestici perché ne usi e se ne nutra se non tutti, almeno la maggior parte, perché se ne nutra e se ne serva per gli altri bisogni, ne tragga vesti e altri arnesi. Se dunque la natura niente fa niente né imperfetto né invano, di necessità è per l'uomo che la natura li ha fatti, tutti quanti.". Si nota in questa frase un antropocentrismo per cui la natura sembra essere creata per soddisfare l'uomo. Kant invece non riconosce la piena dignità degli animali ma invita al rispetto di essi per un senso civile proprio dell'uomo: "Per quel che riguarda gli animali, essendo dei semplici mezzi, privi di una coscienza di sé, e l'uomo essendo invece il fine, per cui non si può porre la domanda perché vi sia l'uomo, domanda al contrario lecita nei riguardi degli animali, non vi sono verso di essi dei doveri diretti, ma solo doveri che sono doveri indiretti verso l'umanità".
A dare piena dignità agli animali è Jeremy Bentham che afferma: "Verrà il giorno in cui il resto degli esseri animali potrà acquisire quei diritti che non gli sono mai stati negati se non dalla mano della tirannia. I francesi hanno già scoperto che il colore nero della pelle non è un motivo per cui un essere umano debba essere abbandonato senza riparazione ai capricci di un torturatore. Si potrà un giorno giungere a riconoscere che il numero delle gambe, la villosità della pelle, o la terminazione dell'osso sacro sono motivi egualmente insufficienti per abbandonare un essere sensibile allo stesso fato. Che altro dovrebbe tracciare la linea invalicabile? La facoltà di ragionare o forse quella del linguaggio? Ma un cavallo o un cane adulti sono senza paragoni animali più razionali, e più comunicativi di un bambino di un giorno, o di una settimana, o perfino di un mese. Ma anche ammesso che fosse altrimenti, che importerebbe? Il problema non è: "Possono ragionare?", né: "Possono parlare?" ma: "Possono soffrire?".

LINK: http://tv.befan.it/striscia-la-notizia-puntata-di-lunedi-07-maggio-2012/

3 commenti:

  1. Sono in gran parte d'accordo con quanto scritto sopra. La "sperimentazione animale" (termine piuttosto neutro, che si preferisce usare al posto di "vivisezione") è ancora oggi una triste realtà, nonostante gran parte delle sperimentazioni compiute siano sostituibili con tecniche differenti. Il tutto nel disinteresse totale della sofferenza animale. E non parlo solo di topi e moscerini, ma anche delle creature a noi più affini, come cani e gatti.
    Non nego che purtroppo per alcuni test sia ancora necessario sacrificare degli animali (ad esempio nel Test di Ames, un test di routine che si effettua per verificare il grado di mutagenicità di una sostanza, si usa un estratto di fegato di coniglio). Mi chiedo solo in che misura tutto ciò possa realmente essere efficace, in quanto comunque i farmaci, prima di venire commercializzati, devono essere sperimentati sugli umani, e spesso emergono aspetti non evidenziati prima. Ma se gli effetti collaterali variano pesino da soggetto a soggetto, in base alle differenze sottilissime presenti nel metabolismo di ciascuno di noi, quanto possono realmente essere affidabili dei test effettuati su specie differenti? E' vero che esistono alcune leggi biologiche e biochimiche di base che ci accomunano, ma si tratta comunque di risultati indicativi, "l'imprevisto", il "cigno nero", è sempre in agguato.

    E poi, un dubbio di tipo etico. L'uomo, in quanto essere "superiore e razionale", ha davvero diritto di disporre a piacimento della vita e dei corpi di altre creature, solo perché "razionalmente inferiori", nel nome della conoscenza? Penso che purtroppo per alcuni tipi di sperimentazione ciò sia inevitabile, ma bisognerebbe sempre anestetizzare la cavia e agire sempre e comunque nella tutela del suo benessere. Cosa che, spesso e volentieri, viene volutamente ignorata in quanto fa lievitare i costi. Mi tocca molto il fatto che vengano usati anche animali d'affezione, come cani e gatti, le stesse creature che vezzeggiamo e accarezziamo spesso concludono la propria esistenza fra le freddi pareti di un laboratorio. E' un paradosso, un punto critico di qualsiasi scienziato sia anche animalista.

    Il mio parere non è forse fra i più obiettivi. Ho sempre vissuto con animali, non riuscirei mai ad ucciderne uno e né tantomeno li mangio. Non credo che un giorno, se dovessi effettuare una sperimentazione sugli animali, mi sentirei totalmente "nel giusto" dopo avergli iniettato una dose letale o avergli indotto artificialmente una malattia. Nell'iniettargli qualcosa, mentre, appena tornata a casa dal lavoro, accarezzo il mio gatto che mi aspetta.

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  2. Sono d'accordo con Tiziana. I test effettuati sugli animali molto spesso si rivelano inefficaci poichè ció non è tossico per un animale puó essere tossico per l'uomo.
    Anche io come Tiziana adoro tutti gli animali e forse la mia opinione è offuscata e condizionta da questo ma Veronesi ( molto più attendibile di me) non ha mai effettuato esperimenti su degli animali e questo mi fa molto riflettere.

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  3. Se la scienza e la medicina hanno fatto passi da gigante è solo per esperimenti su cavie... Come possiamo pensare di diventare biotecnologi o biologi se siamo così restii e scettici o contrari verso questo tipi di esperimenti?? Secondo me in quanto futuri scienziati dobbiamo essere pronti a lavorare con delle cavie... Per la cura di malattie che ora come ora fanno morire bambini e uomini...
    È il nostro dovere, RICERCARE E SPERIMENTARE... Il più possibile!! Se nella nostra vita abbiamo voluto intraprendere questa strada, dobbiamo avere come 1° valore e soprattutto come obiettivo la sperimentazione e la speranza di essere in grado scoprire qualcosa di importante!! Ve lo dice una che dal secondo liceo, che vuole fare la ricercatrice, costi quel che costi... Non potrei mai immaginarmi in altri vesti...

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